Nella natura, con i pantaloni sfilacciati

Per tutti coloro che hanno letto «Siddharta», questo raccolta di pensieri, appunti, brevi cronache di viaggio, non mancherà di destare interesse. Scritti intorno al 1920 quando Hesse, reduce da una grave crisi nervosa, si era ritirato nel villaggio di Montagnola nella Svizzera italiana, sono un vero viatico ai suoi romanzi maggiori. Mostrano, infatti, tutto il portato di aspirazioni morali intrecciato alle tensioni spirituali che tormentavano lo scrittore, infatuato dall’induismo conosciuto in India ma ancorato alla matrice protestante della sua educazione.

Contro il turismo di massa
Non a caso, a più riprese, Hesse si pone ironicamente distante dal turismo di massa, mosso, secondo lui,  soltanto da un desiderio di emulazione e dalle mode a cercare mete alpestri. Quello che a lui interessa è “il grande intreccio tra terra e natura”. Nello sguardo di “pastorello retico” seduto nella piana adombrata dai Grigioni, Hesse dice di vedere molto di più di qualsiasi opera artistica. Facendo leva su una rilettura dello spirito romantico, Hesse si sente come  un uomo primitivo, felice di “andare in giro con i pantaloni sfilacciati”, smanioso di ritornare con la memoria ad una luminosa donna bionda incontrata in una locanda, il cui ricordo è sufficiente ad inondarlo d’amore. Perché, come scrive, “il nostro desiderio di vagabondaggio è in gran parte amore, erotismo”. Ma poi quell’immagine non gli basta più e le notti sono piene di quella donna agognata ma non posseduta.

Con il taccuino alla mano
Così come gli appaiono le cime rosse, pallide delle Alpi, quasi antropomorfizzate dalla frustrazione sotterranea, volti di incredibile bellezza. E l’aquila reale al passo del Gottardo, anche lei fugace squarcio in mezzo ad una giornata fredda e nuvolosa. E gli alberi tutti che gli sembrano grandi uomini solitari al pari di Beethoven. Un vagabondare, insomma, che “non è uno sport né un passatempo” ma piuttosto un modo di vivere, uno stile che dal «wandern» si trasforma in «wandeln»essenza stessa del vivere. Vagabondo moderno dunque, questo Hesse infaticabile camminatore alpino. Con il taccuino alla mano, segue Thoreau e anticipa Chatwin, lungo una linea che continua a trovare nuovi emulatori.

Camilla Valletti

 

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