Mentre gli individui comuni declinano ognuno la propria versione della normalità, reiterando una quotidianità avara di soddisfazioni, c’è qualcuno che (metaforicamente ma mica poi tanto) sterza all’improvviso, sgomma e imbocca percorsi alternativi lasciandoti in coda, bloccato sotto il solleone. Qualcuno che sfugge alla sorveglianza e cerca una via di fuga, qualcuno che non si rassegna al format, che lavora per un finale a sorpresa. Questo qualcuno è l’uomo che ha un Piano B. E l’uomo del Piano B – attenzione – non ha una causa, è la sua causa: guarda il mondo da fuori con la saggezza dei matti, sa prevedere le incognite, non ha le zavorre che inchiodano a terra te. Lo hai sempre guardato con un misto di invidia e disprezzo, ma ora che la crisi colpisce duro e le certezze economiche e sociali sulle quali hai fatto affidamento finora si sono sbriciolate, cominci a capire che ha sempre avuto ragione lui, l’uomo del Piano B…
Da un paio d’anni vanno di gran moda trasmissioni televisive e libri che suggeriscono come soluzione più efficace (ma soprattutto più cool) al disagio sociale e a una crisi professionale o familiare il cambio drastico di vita, la partenza per località remote, il taglio netto col passato: il piano B, insomma. In questo filone sembrerebbe inserirsi anche questo pamphlet, ma sin da subito appare chiaro al lettore che si trova dinanzi a un oggetto molto più complesso e sfaccettato di un manuale di self-help fichetto: un testo che da una parte ne è la parodia e dall’altra la sublimazione. Fintanto che Franchi riesce a tenere alto il voltaggio facendoci annusare un po’ di complottismo, quasi che questi ‘uomini del Piano B’ siano una setta di illuminati o meglio ancora un commando di transfughi dal Matrix, le pagine volano veloci e ci si permette anche il lusso di farci sorprendere qua e là. Quando invece l’autore – con l’arguzia e il disincanto di chi è abituato a nuotare controcorrente, con la furia controllata del maestro di arti marziali,  questo lo concedo – passa alla satira sociale vera e propria, amara o divertita che sia, tutto diventa un po’ meno elettrizzante e meno sorprendente, anche se la bandiera dell’intelligenza non viene mai ammainata. Menzione a parte per la veste grafica, davvero azzeccata: Maurizio Ceccato ha immaginato per Franchi una copertina nero vinile con al centro una etichetta di 45 giri, facendo riferimento ad un Lato B, che non è proprio la stessa cosa ma richiama comunque il concetto di alternativa, di tangenzialità, di inedito, di eretico (nel senso etimologico del termine). Tutte cose che al buon Gianfranco – in fin dei conti – non sono affatto estranee.

David Frati

 

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