Elisa Veronesi
Atlante Appennino
Atlante Appennino, opera prima di Elisa Veronesi, narra l’interazione tra storie di vita e ambiente, e invita ciascuno di noi a rintracciare quali sono i legami e gli incontri con il mondo naturale che hanno segnato o che potrebbero segnare la propria esistenza. Atlante Appennino è un’opera ibrida, dove confluiscono narrazione, saggio, immagini e biografia, in una mappatura precaria e abbozzata di un territorio appenninico, esercitata attraverso l’utilizzo dell’ecobiografia, una pratica che Elisa Veronesi riprende dal filosofo francese Jean-Philippe Pierron.
L’ecobiografia è un’immersione nella multisensorialità infantile, la quale è indissolubilmente legata alla terra e ai luoghi che ci hanno visto nascere. È un nuovo “conosci te stesso”, dove quel “te stesso” non si limita al sé, ma si allarga a dismisura tra i viventi, dimostrandone l’interdipendenza. L’ecobiografia scaturisce dall’interazione del Sé con l’ambiente esterno, con la Natura, e i suoi molteplici scambi rappresentano una sorta di ecosistema del Sé. È impossibile dire dove finisce il Sé e inizia la Natura, o dove finisce la Natura e inizia il Sé: l’ego e l’eco sono inestricabilmente intrecciati.