Dal 1943 ad oggi tanti scienziati, inventori, industriali e visionari hanno popolato il mondo e – chi più chi meno – hanno lasciato un segno o stanno lavorando tutt’oggi per farlo. Nessuno però è ancora riuscito nell’impresa di avvicinare Nikola Tesla nell’immaginario collettivo. Un uomo fuori dai canoni, su cui negli anni si è detto di tutto: ladro, pazzo, inventore, scienziato, genio. Probabilmente molte delle leggende metropolitane che lo riguardano sono vere, sicuramente tante dicerie sono solo il risultato del fatto che questo straordinario uomo di origine serba fu troppo avanti rispetto ai tempi in cui visse, e per tanti aspetti non fu capito. O fu capito benissimo, per poi essere biecamente usato.
Le biografie su Tesla abbondano, ma in questi giorni è arrivato in libreria “L’uomo che ha inventato il XX Secolo: Nikola Tesla, il genio dimenticato dell’elettricità”, un saggio nuovo che ho letto con grande piacere e che consiglio perché l’autore Robert Lomas non si è fermato ai fatti celebri di cui tutti sono al corrente. Ha scavato più a fondo per arrivare al cuore di un uomo speciale, con i suoi indiscutibili pregi e gli innegabili difetti. Il lavoro di Lomas attinge dai documenti desecretati di recente dall’FBI, che contengono molte verità sconosciute, per passare agli appunti e altre fonti dell’epoca che molti prima di lui hanno trascurato dando troppe cose per scontato.

Uno degli aspetti che emergono con prepotenza da questa edizione è quello della scorrettezza delle persone e delle aziende che ebbero a che fare con Tesla. Legalmente inattaccabili ma moralmente deprecabili, approfittarono dello scarso interesse di Tesla per i suoi affari e della sua conseguente mancanza d’impegno e di lungimiranza nel gestirli a suo favore. Il risultato fu quello che ormai tutti conosciamo molto bene: nonostante quest’uomo abbia inventato la corrente alternata, l’energia idroelettrica e molto altro (l’elenco sarebbe lunghissimo), non si arricchì mai.

Resero il nome di Nikola Tesla proverbiale nel mondo legale, anche se, avendone ceduto i diritti a Westinghouse – rivelatisi poi enormemente redditizi – per una minima somma, Tesla non trasse alcun profitto economico dall’operazione.

Soprattutto questo libro è un romanzo avvincente, che inizia con la partenza di Tesla dall’Europa e termina con la sua scomparsa, in un susseguirsi di eventi, scoperte, battute di arresto ed emozioni senza soluzioni di continuità. Alla fine quel che è certo è che Nikola Tesla non era un genio schivo e taciturno, era un uomo che teneva davvero al bene dell’umanità, come si capisce chiaramente dalle parole con cui lui stesso riassunse la sua vita:

Provo continuamente un’inesplicabile soddisfazione nell’apprendere che il mio sistema polifase viene usato in tutto il mondo per illuminare i luoghi oscuri dell’umanità, per portare gioia e comodità; e che il mio sistema senza fili, in tutte le sue essenziali caratteristiche, è utilizzato per rendere un servizio e per offrire felicità alla gente, in ogni angolo del mondo.

Che chi l’ha circondato non fosse di questo stesso avviso? Sicuramente era più attento a lucrare sulle buone idee.

Elena Re Garbagnati

 

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